Quando usiamo l’espressione colloquiale “lavoro fatto da Dio” ci riferiamo a qualcosa di fatto veramente molto bene. Il titolo del campo di quest’anno perciò vuole aiutare preadolescenti e adolescenti a capire che nella loro vita possono comportarsi non solo facendo ogni cosa molto bene, ma proprio “da Dio”, cioè come farebbe Lui. Guardare, avvicinarsi, toccare e prendersi cura degli altri come farebbe Lui e – al contempo – vedere Lui in ogni persona che ci è accanto. Questo è lo stile di Dio, lo stile dell’Amore misericordioso.
È quello stile che ci porta a prenderci cura del bene dell’altro, del metterci a servizio per un bene che va al di là dell’immediato soddisfacimento; che ci porta a scelte che guardano lontano e che sono permeate da una ricerca di bene e di felicità talmente grandi da metter in conto che per arrivarci dovremo anche soffrire, potremo anche sopportare frustrazione e delusioni.
Tante sono le strade possibili, tantissime le cose che potremo fare per vivere la nostra chiamata all’amore.
Nel vangelo il Signore Gesù ci mostra uno stile che Lui stesso in prima persona ha assunto e mostrato ai suoi: «Siate misericordiosi come il Padre» (Lc 6,36)
Ci ha anche consegnato un vero e proprio elenco di istruzioni da seguire per facilitare la risposta alla fatidica domanda: “Cosa possiamo fare?” Un elenco che non si limita a definire dei gesti da compiere, ma che portano con sé l’accoglimento di un bisogno, il riconoscere all’altro la sua massima dignità e valore, il comprendere come un atto di cura possa restituire a chi abbiamo di fronte il valore della sua esistenza per noi, per il mondo, per il Signore che lo ha creato.
Ecco quindi che il tema proposto per i campi estivi 2023, in continuità con il tema e gli obiettivi del Grest, vuole sviluppare l’idea di servizio e di cura provando a ripercorre le 7 opere di misericordia corporale, andando a scavare e far emergere cosa quei gesti apparentemente semplici possono comunicare, a quale bisogno danno risposta, di quale aspetto della persona si prendono cura. Si parte dal fare: vestire, dar da bere, dar da mangiare, alloggiare, seppellire, per scoprire che quel fare tocca il cuore e quindi può cambiare la vita di chi abbiamo di fronte.
“Come, dunque, possiamo essere testimoni di misericordia? Non pensiamo che si tratti di compiere grandi sforzi o gesti sovraumani. No, non è così. Il Signore ci indica una strada molto più semplice, fatta di piccoli gesti che hanno però ai suoi occhi un grande valore, a tal punto che ci ha detto che su questi saremo giudicati. Infatti, una pagina tra le più belle del Vangelo di Matteo ci riporta l’insegnamento che potremmo ritenere in qualche modo come il “testamento di Gesù” da parte dell’evangelista, che sperimentò direttamente su di sé l’azione della Misericordia. Gesù dice che ogni volta che diamo da mangiare a chi ha fame e da bere a chi ha sete, che vestiamo una persona nuda e accogliamo un forestiero, che visitiamo un ammalato o un carcerato, lo facciamo a Lui (cfr Mt 25,31-46). La Chiesa ha chiamato questi gesti “opere di misericordia corporale”, perché soccorrono le persone nelle loro necessità materiali.” (Papa Francesco, Udienza generale Mercoledì, 12 ottobre 2016).
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Buona estate!